Palazzo Chigi ha annunciato che la Presidenza del Consiglio non sarà più parte civile nel processo Ruby ter.
La Presidenza del Consiglio ha annunciato la revoca della propria costituzione di parte civile nel processo penale chiamato Ruby ter a carico di vari imputati tra cui Silvio Berlusconi. Lo ha riferito una nota di Palazzo Chigi che “informa di avere in data odierna dato incarico all’Avvocatura dello Stato perché revochi la propria costituzione di parte civile nel processo penale c.d. ‘Ruby ter’ a carico – fra gli altri – del Sen. Silvio Berlusconi.”
La nota spiega che la formazione di un nuovo governo risultato dell’espressione popolare determina la rivalutazione della scelta fatta all’epoca del governo Gentiloni nel 2017 “in un momento storico in cui non erano ancora intervenute pronunce giudiziarie nella medesima vicenda”. A commentare la scelta è stata la capogruppo Licia Ronzulli. “Siamo soddisfatti e felici. Mi sarei stupita del contrario, che il governo si costituisca parte civile in un processo in cui c’è una parte del suo stesso governo” ha detto la senatrice. “Tendenzialmente non ho capito come mai il governo precedente l’avesse fatto. È sempre meglio aspettare il risultato della magistratura che costituirsi parte civile”.
Domani ultima udienza del processo
Il governo rinuncia così a chiedere a Berlusconi 10 milioni di risarcimento nel caso venisse condannato. La sentenza dovrebbe essere emessa domani nel pomeriggio. La Procura ha chiesto per il fondatore di Forza Italia, accusato di corruzione in atti giudiziari, sei anni di carcere. Domani sarà l’ultima udienza del maxi processo che ha coinvolto Berlusconi dopo l’assoluzione del tribunale di Siena e quello di Roma.